Da quando ha smesso di giocare, Francesco Totti non ama rilasciare interviste, lo fa solo raramente anche solo per parlare della Roma. Questa volta ha voluto stupire tutti tornando a parlare della sua ex Ilary Blasi (la sentenza di separazione manca ancora), oltre che del suo amore per i colori giallorossi, che è ovviamente rimasto inalterato.
Non avere un ruolo attivo nel mondo del calcio non può che causargli dispiacere, ora non ha davvero timore di ammetterlo. Ecco cosa potrebbe accadere in futuro.
Francesco Totti e il suo futuro: il “Pupone” parla a 360°
Fino a poco più di un anno fa Francesco Totti e Ilary Blasi venivano considerati quasi come una coppia perfetta, a cui ispirarsi se si desiderava vivere un amore importante. E invece anche il loro matrimonio si è concluso e in modo tutt’altro che indolore. I due non si sono risparmiati ripicche recriproche e frecciate a distanza. ma ora che il tempo è passato anche dentro di loro la situazione può cambiare.
È lui stesso ad ammetterlo per la prima volta: “Noi due abbiamo passato venti anni insieme, con tanti momenti molto belli – ha detto in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ -. Ora vorrei solo che trovassimo un equilibrio tra noi capace di proteggere i ragazzi, che sono la più grande ragione, per ambedue, di amore. So che non è facile, ma quello che c’è stato tra noi, per tanti anni, è stato importante. Se troviamo questo equilibrio noi due, i ragazzi staranno bene e si sentiranno protetti”.
A incidere sulla crisi tra loro ci sono stati anche diversi eventi esterni, che è stato difficile riuscire a sopportare. Uno di questi è stato la morte di Enzo Totti, il papà dell’ex calciatore, scomparso per Covid e a cui lui era legatissimo: “Era il mio punto di riferimento, era il fulcro della mia vita. Mi mancano il suo sorriso, lo sguardo, la sicurezza che era capace di darmi. Anche oggi, se lo vedessi solo dieci secondi al giorno, mi basterebbe per stare meglio. Pure se non ci dicevamo una parola, ci capivamo. Lui parlava poco. Io peggio di lui. Ma quei silenzi erano pieni. Lui veniva la mattina a Trigoria, portava cornetti, pizza per tutti. Magari non ci incontravamo, ma sapere che c’era mi dava serenità”.
E la Roma? Un amore mai finito
Tutta la carriera di Francesco Totti è legata alla Roma, il suo cuore non può quindi che essere ancora giallorosso, pur non avendo più un ruolo operativo nel club. Se arrivasse una proposta interessante, però, per lui sarebbe difficile rifiutare.
“Un ruolo definito, mi piacerebbe – ha detto ancora -. E mi piacerebbe con Mourinho, è il numero uno, lo stimo molto. Mi dispiace non essere stato allenato da lui, nella mia carriera. Ma non voglio tornarci su. Non voglio chiedere. Alla Roma sanno che se hanno bisogno di me, per cose serie, mi fa piacere dare una mano. Altrimenti, amici come prima”.
Non poteva mancare un accenno su Spalletti, il suo ultimo allenatore, con cui i rapporti non sono mai stati del tutto buoni, anche se ora lui vede quella situazione in maniera diversa: “Spalletti? Ha dimostrato, di nuovo, di essere un grande allenatore. Se lo incontrassi lo saluterei con affetto, mi farebbe piacere. Credo che tra noi ci sia un profondo legame. Anche perché quello che abbiamo passato insieme, quando arrivò da Udine, è per me, nella mia vita, qualcosa di irripetibile. Sia in campo che nel quotidiano. Io uscivo una o due volte a settimana con lui a cena. Luciano era una persona piacevole, divertente, sincera. Nella fase finale il nostro rapporto è stato condizionato dall’esterno, specie dai dirigenti o consulenti della società, e non ci siamo più capiti. Anche io ho fatto degli errori, ci mancherebbe. Credo che tutti e due, se tornassimo indietro, non entreremmo più in conflitto“.
Infine un pensiero sull’addio al calcio giocato, momento che gli ha procurato non poca sofferenza: “Ho passato 30 anni alla Roma Ho portato rispetto a tutti, rinunciato ad altri ingaggi senza farlo pesare. Ho detto no al Real e altri perché volevo quella maglia, solo quella maglia giallorossa, che è stampata dentro di me.Il modo in cui è finita la mia storia con la Roma, sì, mi è dispiaciuto. La verità è che quando nel calcio non servi più non c’è più rispetto. Se Maldini, Del Piero, Baggio, io siamo fuori dal calcio significherà qualcosa, no? Cosa mi manca del calcio? Tutto. Il ritiro, lo spogliatoio, la maglietta, la sala massaggi. Cavolate? No, erano la mia vita. Mi manca il bar e il caffè con i compagni di squadra, il viaggio in pullman da Trigoria allo stadio. Mi manca la routine che ha fatto la mia vita per decenni. Quando è finita le giornate si sono svuotate. Dopo mi sono sentito solo. Ma ci sta. Finiva una cosa che mi piaceva, che era la mia vita. Io però non pensavo che mi facesse così male smettere quella vita programmata, quella passione che nella mia mente avrei potuto continuare a vivere. Non ho accettato il distacco dal calcio” – ha concluso.