Sofia Goggia, il monologo a ‘Le Iene’: “Avere un sogno non basta”

A poche settimane dalla conquista della Coppa del Mondo di discesa libera, Sofia Goggia non è disposta ad accontentarsi e ha ancora tanti obiettivi da realizzare. La fortuna non è stata sempre dalla sua parte, ma lei ha dimostrato di essere più forte e di sapersi rialzare dopo gli ostacoli che la vita le ha messo davanti, a partire dai numerosi infortuni.

Da sempre lei ha ben chiaro quello che vuole, come ha affermato pochi giorni fa: “Non c’è modo migliore di onorare i propri sogni continuando a sognare, quindi ora sogno di vincerne un’altra” – ha detto ai microfoni di RTL 102.5. La sportiva ha però toccato i cuori di tutti in occasione dell’ultima puntata de ‘Le Iene ‘, in cui è stata protagonista di un monologo in cui ha svelato emozioni e stati d’animo, cosa di cui parla raramente.

 

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Sofia Goggia ha sempre saputo cosa voleva

Sapere bene quali siano i propri obiettivi di vita è importante proprio perchè aiuta a rialzarsi anche nei momenti difficili. Ed è una caratteristica che non è mai mancata s Sofia Goggia, come appare evidente non solo dai risultati ottenuti in carriera, ma anche dalla determinazione e dalla velocità con cui si è ripresa dagli infortuni. Non a caso, è passata in 23 giorni dallo sconforto per uno stop che poteva costarle la partecipazione ai Giochi Olimpici di Pechino alla medaglia d’argento.

La sciatrice ha però avuto praticamente da sempre ben chiaro cosa volesse diventare, come ha svelato in occasione del moologo di cui è stata protagonista a ‘Le Iene’, nella puntata andata in onda martedì 28 marzo. Se da bambina mi avessero chiesto cosa avrei voluto fare da grande avrei risposto: la campionessa di sci – sono state le sue parole –. Li ho messi ai piedi per la prima volta a quattro anni, e per la prima volta mi sono sentire brava a fare qualcosa. Nicola, il mio primo maestro, ha capito subito che quei due assi di legno potevano portarmi lontano. Siamo partiti da una piccola stazione sciistica sulle alpi Orobie, poche piste, piste corte, seggiovie interminabili. Per farcela servono tante cose, e noi, allora, pensavamo di non averne nessuna. Poi ho capito che, in realtà, avevamo tutto. Avevamo una visione, un sogno. E un sogno, in una società che non ti vuole più far sognare, può fare la rivoluzione”.

 

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Nonostante tutto, le difficoltà non sono mancate e lei non ha paura di ammetterlo: “Avere un sogno non basta: perché per inseguirlo bisogna avere anche un’altra cosa, il coraggio. È il coraggio che ti fa prendere quel rischio. È come sugli sci: per fare una curva perfetta, devi lanciare il tuo corpo verso la massima pendenza, nel vuoto. E per lanciarsi nel vuoto serve il coraggio. Nel vuoto scopri che il coraggio ha un’altra faccia, la paura. La paura non devi schiacciarla, rimuoverla, perché se rimuovi la paura non sei coraggioso, sei solo incosciente, e ti farai male. Devi avere il coraggio di avere paura, di abbracciarla, sentendola in ogni fibra del tuo corpo, e anche lei ti aiuterà a raggiungere il tuo obiettivo”.

A quel punto il suo discorso si è concluso con un messaggio rivolto a chi la ascolta: “Non ho molto da insegnarvi, ma questo sì: il coraggio, che a volte ci manca, è tutto quello di cui abbiamo bisogno. Il coraggio è ciò che mi ha portato a essere quello che sono. Siate coraggiosi”.

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