La notizia era nell’aria ormai da qualche giorno, sin da quando si è conclusa l’avventura dell’Italia femminile di calcio ai Mondiali ancora in corso in Australia e Nuova Zelanda, ma ora è diventata ufficiale. Le aspettative della nostra Nazionale era decisamente ben diverse, ma non si è riusciti ad andare oltre la fase a gironi, dove sono arrivate due sconfitte e una sola vittoria. Un rendimento decisamente deludente un po’ in tutti i reparti, anche se è soprattutto in attacco che il gioco è apparso asfittico. Nel mirino è inevitabilmente finita il ct Milena Bertolini, che ha ora annunciato di essere al passo d’addio, come già aveva fatto intendere nelle sue dichiarazioni dopo il ko contro il Sudafrica.
Lei era già stata criticata al momento delle convocazioni, ma anche alcune sue scelte di formazione (lo scarso impiego di Cristiana Girelli su tutte) non hanno aiutato. Anche il clima con le giocatrici non è apparso dei migliori, secondo quanto confermato dalla loro lettera.
Essere messe in dubbio per il proprio operato non può certamente fare piacere, proprio per questo Milena Bertolini, pur ammettendo che il suo ciclo in azzurro sia finito, ha voluto difendere la sua posizione. Questo è quello che traspare attraverso il suo messaggio social in cui ha comunicato di voler lasciare l’azzurro.
“Lascio la Nazionale dopo tanti anni e sento di ringraziare la Figc e Renzo Ulivieri per la grande opportunità che mi hanno concesso”– questo è l’inizio del messaggio social dell’ormai ex ct azzurro.
Alcune sue scelte potranno certamente essere state sbagliate, ma lei non ci sta a passare per l’unica colpevole per il fallimento della spedizione mondiale e ci tiene a sottolinearlo: “Troppo ingenua e scontata è la ricerca di un capro espiatorio… – ha detto ancora – Non sento nessun risentimento e non ho nessun motivo che mi spinga a sentirmi o cercare un colpevole, ma piuttosto di ringraziare per gli anni bellissimi e molto intensi, che porterò sempre con me. Auguro alla Nazionale e a tutto il calcio femminile di crescere“.
Indirettamente non è mancata una risposta alle sue giocatrici, che hanno parlato di condizioni non adeguate per poter fare bene: “Qualcuno pensava di avere un trono acquisito per sempre. Quando ognuno di noi non subordina il proprio protagonismo in favore della squadra, quando tra i singoli non si verifica un rapporto di complementarietà, quando si fatica ad accettare patti organizzativi di orientamento e di indirizzo di tutta la squadra (staff e giocatrici). La consapevolezza e l’umiltà di saper lasciare il proprio posto, che non ci appartiene mai completamente, ma che ci vede passeggeri protagonisti solo se ci consideriamo di passaggio e non su troni acquisiti per un sempre”.
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