Il giudice sportivo potrebbe essere chiamato in causa per due episodi riguardanti un giocatore per parte. La procedura prevista
Nonostante la presenza del VAR, può capitare che qualche atto possa sfuggire tanto alla squadra arbitrale sul campo, quanto a coloro che dalla sala di Cologno Monzese valutano eventuali errori dell’arbitro di campo. Naturale che con la presenza del direttore di gara davanti al monitor, questo tipo di circostanze di fatto sia sceso quasi allo zero assoluto.
La giustizia sportiva italiana però, continua a non escludere che questo possa avvenire, per questo nel Codice di Giustizia Sportiva Italiana (CGS), esiste ancora un articolo che norma l’eventuale utilizzo delle immagini per scovare qualcosa che è sfuggito ai direttori di gara. Parliamo della cosiddetta ‘prova tv’, regolamentata sia dall’articolo 58, sia dall’articolo 61.
Nel primo si stabilisce che le immagini possono essere richieste sia dal giudice sportivo, Gerardo Mastrandrea se parliamo di serie A, sia da un soggetto interessato. Sarà poi comunque Mastrandrea a ravvisarne l’ammissibilità come mezzo di prova. In merito alle situazioni di gioco che rientrano nell’utilizzo della Prova tv, il comma 3 dell’articolo 61 definisce l’ambito “limitatamente ai fatti di condotta violenta o gravemente antisportiva o concernenti l’uso di espressione blasfema non visti dall’arbitro o dal VAR”.
Juventus Verona è stata una gara tirata con tanti episodi che hanno visto per protagonista l’arbitro Feliciani. Il Var ha annullato due reti ai padroni di casa, entrambe segnate da Kean. Il sigillo decisivo lo ha poi messo al 6′ di recupero della ripresa Andrea Cambiaso. Secondo Il Messaggero però, a finire nel mirino della prova tv potrebbero essere due fatti riconducibili a Davide Faraoni e a Federico Gatti.
L’esterno scaligero nello sviluppo della seconda rete annullata a Kean, viene colpito al volto dal giocatore juventino. Nel mirino non c’è la simulazione perché la mano arriva sul viso del terzino. Faraoni però, viene pizzicato di fatto in ginocchio, lesto ad osservare come termina l’azione. Non appena si avvede della rete di Kean, il nostro stramazza nuovamente a terra.
Secondo alcuni, questo gesto potrebbe configurare una condotta antisportiva. Il CGS però, per la prova tv, ammette solo la condotta gravemente antisportiva. In questa fattispecie rientrano la simulazione che porta sia al rigore sia all’espulsione diretta di un avversario. Faraoni quindi dovrebbe salvarsi.
Diverso il discorso dell’ex Frosinone. Lo stopper con un pugno colpisce al petto Djuric, episodio che in campo non ha portato ad alcuna decisione dell’arbitro. Se il giudice sportivo ritenesse questa una condotta violenta, allora potrebbe sanzionare il giocatore con almeno una giornata di squalifica.
Può bastare la sola immagine a incolpare Gatti? La risposta è no. Una volta ricevuta la segnalazione del fatto dal Procuratore Federale – deve avvenire entro le 16 del primo giorno feriale successivo alla gara – il giudice sportivo visiona il frame. Se ritiene che l’immagine identifichi una violazione, la procedura prevede che il giudice mandi una mail all’arbitro chiedendogli se ha valutato il fatto.
Se Feliciani dicesse di non aver visto il fatto, ovvero di non averlo valutato, allora Mastrandrea farebbe scattare la sanzione. Diversamente, se il direttore di gara dicesse di aver visto il fatto in campo e di averlo valutato non meritevole di intervento, a quel punto il giudice sportivo non potrebbe fare nulla e resterebbe la decisione presa sul campo.
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