Juventus, Sara Gunnarsdottir vince il ricorso contro il Lione: niente stipendi in gravidanza

Sara Bjork Gunnarsdottir oggi milita nella Juventus, ma nel periodo in cui era in forza al Lione sarebbe stata vittima di una serie di ingiustizie quando ha comunicato di essere incinta. Una storia che sembra ricordare quanto accaduto recentemente ad Alice Pignagnoli, che ha rivelato di essere stata messa fuori rosa (e quindi non pagata) dalla Lucchese dopo avere rivelato alla società di essere incinta per la seconda volta.

La bianconera ha rivelato di avere vinto il ricorso contro il club francese, che non le aveva versato gli stipendi per otto mesi.

Sara Bjork Gunnarsdottir e il ricorso vinto contro il Lione

Prima di approdare alla Juventus Women Sara Bjork Gunnarsdottir ha giocato nel Lione, dove si è ritrovata a essere discriminata nel momento in cui ha scoperto di essere incinta. I fatti risalgono al 2021: lei non ha esitato a parlare della sua situazione al club, che l’ha invitata a trasferirsi senza alcun problema in Islanda, suo Paese d’origine, dove portare a termine la gravidanza. Quello che sembrava essere un gesto di gentilezza, però, era ben altro, come ha avuto modo di capire in prima persona.

Una volta tornata a casa, infatti, lei si è resa conto di avere ricevuto solo una piccola parte dell’ingaggio che era previsto dal suo contratto. Il problema in quel momento riguardava i mesi di aprile, maggio e giugno, mentre lei per regolamento avrebbe dovuto essere pagata regolarmente fino a settembre, periodo in cui sarebbe iniziato il suo congedo di maternità.

In un primo momento lei ha preferito evitare di andare allo scontro con la società e ha così chiesto supporto all’Unfp, il sindacato francese dei calciatori. A seguirla in questa vicenda c’era anche il suo agente, che si è occupato di dialogare in prima persona con il Lione per cercare di capire cosa fosse accaduto. Ai francesi è stata così inviato un sollecito per il versamento di 44.828 euro, valore corrispondente alla parte degli ultimi stipendi che Sara non aveva percepito. I transalpini si sono però difesi: “La calciatrice è stata messa in congedo per malattia a partire da marzo 2021, poiché le sue condizioni di salute non le consentivano di esercitare alcuna attività lavorativa”. In realtà, avrebbe dovuto essere la stessa calciatrice a decidere da quando calcolare il periodo.

“L’ultimatum” del Lione a Sara

Sara non poteva che essere amareggiata da quanto stava accadendo, non solo per motivi economici, ma anche perché era la dimostrazione di un atteggiamento discriminatorio nei suoi confronti. Ed è per questo che ha deciso di rivolgersi alla Fifpro, pur sapendo di andare contro al suo club: “La risposta del Lione fu che, se l’avessi fatto, non avrei avuto alcun futuro nella loro squadra” – è stata la rivelazione della diretta interessata attraverso una lettera scritta per The Players Tribune.

 

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La calciatrice è andata avanti per la sua strada, desiderosa che le venissero riconosciuti i suoi diritti. E così alla fine è stato. A maggio il club è stato condannato al pagamento degli stipendi per intero (82mila euro) più il 5% di interessi per il periodo tra il 10 settembre e la data di effettivo pagamento. Nella giornata di ieri la vicenda si è chiusa in via definitiva, con i francesi che hanno deciso di rinunciare al ricorso.

Alla Juventus ora ha trovato un ambiente in cui può esprimere al meglio le sue doti e allo stesso tempo gestire la sua famiglia. E con la vittoria ottenuta può mettersi finalmente quel brutto capitolo alle spalle.

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