Jankto, il suo coming out spingerà altri calciatori a uscire allo scoperto?

Solo poche settimane fa Jakub Jankto, conosciuto per il suo passato nelle file di Udinese, Ascoli e Sampdoria, ha fatto coming out, rivelando di essere gay. Il calciatore, che ora gioca nelle file dello Sparta Praga, ha voluto togliersi un peso che covava dentro di sé da tempo, sostenendo di non volersi più nascondere, anche per rispetto della sua ex compagna e del figlio che ha avuto con lei.

Da allora sono stati in tanti a fargli sentire il proprio sostegno, provando a mettersi nei suoi panni e a comprendere quanto sia stato per lui nascondersi. Anzi, come ha rivelato lui stesso, ci sono dei colleghi che vorrebbero fare lo stesso ma che sembrano ancora timorosi all’idea di uscire allo scoperto.

 

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Come sta Jakub Jankto dopo il coming out?

Trovare il coraggio di parlare e di fare coming out non è mai semplice, ma una volta fatto permette di sentirsi più leggeri. Ed è quello che è accaduto anche a Jankto, che non ha timore di ammetterlo: “Ho fatto coming out prima per me stesso e poi per aiutare gli altri – ha detto ai microfoni di Sky Tg24 -. Quanto ci ho pensato? Lo sapevo sin da piccolo, però tendi a dire ‘posso continuare in qualche maniera’. Diciamo che il mondo calcistico è un po’ omofobo, l’ho detto tante volte e lo sappiamo tutti, però mi è venuto improvvisamente, non era qualcosa di programmato. Mi è venuto così e non mi dispiace di averlo fatto. Finalmente posso fare quello che voglio e sono felicissimo“.

 

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Il giocatore non ha però timore di fare un’importante ammissione: probabilmente se giocasse ancora in Italia non avrebbe avuto ancora la forza di uscire allo scoperto. Nel nostro Paese, a suo dire, le discriminazioni sono ancora forti: “Mi ha aiutato molto essere a casa per fare coming out. Se fossi stato in Spagna o in Italia non lo avrei mai detto. Quando sei a casa, in Italia si dice ‘casa dolce casa’, è così, è la verità. Le persone qui a Praga mi hanno aiutato molto, Tomáš Rosický, František Cupr, l’allenatore Brian Priske, un grandissimo chapeau davanti a loro. Sono stati straordinari“.

Il suo auspicio è che altri colleghi possano seguire il suo esempio, alcuni hanno anche avuto modo di contattarlo: “Io sicuramente non farò i nomi, però ci sono altri calciatori gay ha detto ancora -. C’erano, ci sono e ci saranno. È così. Mi sono arrivati messaggi. Io non pretendo che adesso facciano coming out anche loro, però forse il mio esempio li può aiutare, magari nel futuro penseranno ‘lo posso fare anch’io‘”.

Ancora adesso il centrocampista ci tiene a sottolineare quanto gli abbia fatto piacere l’affetto ricevuto in occasione della prima partita disputata dopo il coming out. Almeno per ora, però, lui si professa single: “Sono innamorato di mio figlio, dello Sparta, del mio Paese. Però, se ci riferiamo a una relazione con un ragazzo, non sono attualmente innamorato“ – ha concluso.

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