Jankto a ‘Le Iene’: “Calcio omofobo, ma dopo il coming out ho il sorriso”

Solo una settimana fa Jacub Jankto, che in passato ha militato nelle fil e di Sampdoria, Ascoli e Udinese, ha fatto coming out ammettendo di essere omosessuale. Il calciatore ha deciso di uscire allo scoperto per essere trasparente con se stesso e gli altri e ora ha confessato di sentirsi finalmente libero dopo anni in cui ha mentito a se stesso.

Ora ne ha approfittato per raccontarsi ai microfoni de “Le Iene” grazie all’inviato Nic Bello.

Jakub Jankto e una confessione che l’ha reso libero

Nonostante si parli spesso di lottare apertamente contro l’omofobia, non è ancora così semplice uscire allo scoperto per chi è gay, al punto tale da temere reazioni negative qualora dovesse farlo. E’ quello che ha vissuto anche Jakub Jankto, calciatore ora in forza allo Sparta Praga ma con un passato in Italia, che ha fatto coming out solo una settimana fa.

Il calciatore è già passato alla storia per essere il primo giocatore di alto livello ancora in attività che fa coming out: “La gente mi ha applaudito nelle prima partita dopo il coming out. Sono felicissimo” – ha detto alla trasmissione di Italia 1 -.

 

 

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Questo passo lo ha reso più sereno anche quando ha la possibilità di scendere in campo:, pur essendo consapevole di come sia neceessario ancora fare tanto per cambiare la mentalità di molti: “Dopo tanto tempo, ho giocato con il sorriso. Puoi vincere, fare tripletta, puoi fare goal però con il sorriso – ha detto -. Il mondo del calcio è omofobo. Se sono io il primo calciatore in attività ad ammetterlo è così. Spero che questa cosa aiuti anche chi continua a nascondersi. Ci ho messo la faccia e continuerò a farlo”.

Prima di fare la confessione il suo pensiero non poteva non andare anche alla sua famiglia, che kui desiderava tutelare al massimo, come è giusto che sia. Jankto ha infatti un figlio e continua ad avere ottimi rapporti con la sua ex compagna, che lo ha sostenuto anche in questa fase: “Cercherò di proteggere entrambi. Lui è ancora piccolo, ha tre anni. Per quello che fanno gli altri non posso fare tanto. Io voglio giocare ancora tanto. Mi auguro che diventi una cosa normale, un messaggio positivo”

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