Khvicha Kvaratskhelia, un gol straordinario contro l’Atalanta. Una rete che ha mandato in visibilio i tifosi del Napoli che hanno trovato in questo georgiano dal nome impronunciabile ma dal talento cristallino la chiave per aprire le difese avversarie e giocare… in dodici. Il gol, o meglio, l’invenzione che ha sbloccato la partita contro un’Atalanta che aveva retto benissimo il campo ha ricordato a qualche tifoso con i capelli bianchi… o senza, quello di Paolo Di Canio in una sfida contro il Milan. Il diretto interessato ne ha parlato a “Sky Calcio Club”, offrendo il suo punto di vista…
Il fantasista non accetta paragoni e risponde a modo suo a Marchegiani che lo ha scherzosamente tirato in ballo: “Io come Kvara? No ragazzi mi state prendendo per il c**o. A parte che io giocavo nel paleolitico, quello di Kvaratskhelia è un gol meraviglioso che andrebbe analizzato e anche bene. Andrebbe fatto vedere e rivedere perché è una grandissima giocata. Questo ragazzo in pochissimi secondi mostra una visione totale. Elabora un movimento che fa da esca per attirare su di sé gli avversari, poi “sceglie” Toloi attaccandolo dall’esterno in modo che accentrandosi abbia poi più specchio possibile di porta a disposizione. E poi… tira un sampietrino. È un gesto tecnico già difficile da pensare, realizzarlo poi è ancora più complicato. Kvara è un giocatore vergognoso. È illegale…”.
Paolo Di Canio sa bene di cosa di parla quando analizza la giocata di un esterno offensivo. E ritiene che il calciatore del Napoli sia il prototipo del ruolo 2.0, aggiornato al nuovo calcio. “Di questo ragazzo impressiona che non guarda mai il pallone. Sa sempre cosa farci e ci riesce con una velocità incredibile. E poi punta l’avversario, lo va a cercare sfruttando sino all’ultimo centimetro del fazzoletto di campo. Dal caricamento al tiro, passano meno di due decimi di secondo. E c’è una forza impressionante. Il pallone arriva a toccare i 95 chilometri orari che è una velocità incredibile se rapportata alla velocità del gesto tecnico. Kvara si muove come un serpente a sonagli, morde e avvelena. È un calciatore di nuova generazione, mi ricorda Messi per la rapidità con cui riesce nel gesto tecnico, ma rispetto all’argentino ha una stazza e una fisicità superiore. Non possono esserci paragoni con i miei tempi. Se avessi tentato qualcosa del genere, avrei rischiato il ginocchio. Si andava a due all’ora, lui invece va a trecento”.
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