E’ iniziato il conto alla rovescia in vista della partenza del Mondiale di calcio femminile 2023, che vedrà anche l’Italia tra le squadre partecipanti, al via dal 20 luglio in Australia e Nuova Zelanda. Le scelte fatte dal ct Milena Bertolini hanno fatto discutere (in pochi si aspettavano l’esclusione del capitano Sara Gama e della milanista Martina Piemonte, protagonista di una stagione più che positiva), ma la nostra Nazionale punta a fare bene e non nasconde le sue ambizioni.
Chi è finita invece nella lista delle prescelte non può che sentirsi orgogliosa e si augura di onorare appieno l’impegno.
L’orgoglio di Cristiana Girelli per l’impegno Mondiale
Rappresentare l’Italia a un appuntamento importante come il Mondiale non può che rendere fieri di se stessi, a maggior ragione ora che anche nel nostro Paese l’interesse per il calcio femminile sta crescendo in modo costante. Questa è la sensazione che sta provando Cristiana Girelli, consapevole che questa, ora che a 33 anni, potrebbe essere l’ultima esperienza simile che può vivere nella sua carriera.
Ed è questo lo stato d’animo che ha voluto esprimere l’attaccante juventina tramite un post pubblicato sul suo profilo Instagram, dove appare con la maglia azzurra quando era solo una bambina, a conferma di come questo fosse un sogno che cullava da tempo. Del resto, lei sa bene quanto sia bello onorare i nostri colori, essendo stata presente tra le convocate anche quattro anni fa nel torneo disputato in Francia.
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“Poco più di un mese fa mi è capitata tra le mani questa foto – ha scritto nel suo messaggio da cui traspare l’emozione che sta provando man mano che ci stiamo avvicinando alla gara di esordio -.
Ricordo che appena l’ho vista, ho sorriso e ho pensato quanto davvero a volte la vita sia così sorprendente. A 8 anni indossavo fiera ed orgogliosa la maglia dell’Italia del mondiale ‘94, non sapendo che 25 anni dopo avrei avuto lo stesso sorriso, più grande e più emozionato nel leggere il mio nome tra la lista delle convocate per il MONDIALE. Sono sempre i sogni a dare forma al mondo. Sono sempre i sogni a fare la realtà. Ma anche le persone che per diversi motivi non possono viverlo. Ecco perché mi sento di dire che in questo sogno ci saranno anche loro.
New Zealand, we are coming”.