Ambrosini e la malattia del figlio: “Ha il diabete di tipo 1, può avere conseguenze gravissime”

Massimo Ambrosini ha voluto uscire allo scoperto e parlare attraverso il suo profilo Instagram di un problema importante che riguarda la sua vita privata e che ha inevitabilmente modificato la sua quotidianità. Il suo bambino più piccolo, Alessandro, è infatti affetto da Diabete di Tipo 1, malattia che al momento non ha cure e che lo spinge a fare iniezioni di insulina ogni giorno.

L’ex capitato del Milan ha voluto così lanciare un appello invitando a raccogliere fondi per la Fondazione Italiana Diabete, in modo tale che la ricerca possa continuare a migliorare la condizione dei malati. Ed è proprio per questo che lui, insieme ad altri ex compagni di squadra (Andriy Shevchenko, Nelson Dida e Alessandro Costacurta) la Maratona di Milano, manifestazione organizzata a questo scopo.

Massimo Ambrosini a cuore aperto parla della malattia del figlio

Parlare apertamente di un problema di salute che riguarda uno dei propri figli non è mai semplice, nonostante si sia popolari e questo possa scatenare in modo quasi naturale un’ondata di affetto. Provare paura per una situazione che emerge inaspettatamente è altrettanto spontaneo, specialmente se la situaizone riguarda un bambino che ha pochi anni di vita.

È quello che sta accadendo a Massimo Ambrosini, che ha scoperto circa sei mesi fa insieme alla moglie Paola che il suo bambino più piccolo, Alessandro, è malato. È stato lui stesso a raccontarlo attraverso un video pubblicato sul suo profilo Instagram.

 

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“Da sei mesi la mia vita e quella della mia famiglia sono state letteralmente sconvolte dalla malattia di nostro figlio più piccolo. Ad Alessandro è stato diagnosticato il diabete di tipo 1, che è una malattia autoimmune, cronica e degenerativa e che, anche se non si vede, può avere delle conseguenze gravissime – inizia così il messaggio dell’ex capitano del Milan -. Siamo costretti costantemente a tenere monitorata la sua glicemia e fare iniezioni di insulina più volte al giorno, tutti i giorni”.

A favore della ricerca scientifica

Il suo scopo non è certamente quello di spettacolarizzare la malattia, ma quello di sottolineare come sia importante sostenere i medici che sono impegnati ogni giorno nella ricerca scientifica. È solo in questo modo che malattie che finora non sono curabili possono esserlo, oltre a rendere migliori le condizioni dei pazienti.

 

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A rendere ancora più difficile la situazione c’è proprio la consapevolezza di come per ora non esista alcuna cura. “Al momento il diabete di tipo 1 è una malattia incurabile, ma c’è una speranza che passa solo ed esclusivamente attraverso la ricerca scientifica. Io, mia moglie e tutti i parenti delle 200 mila persone fra adulti e bambini che hanno questa malattia, abbiamo la necessità e la volontà di sapere che prima o poi si arriverà a una cura definitiva”.

Ambro ha deciso però di non stare a guardare e vuole fare qualcosa di concreto insieme ad alcuni suoi ex compagni di squadra: “Per questo ho deciso di correre alla Milano Marathon, insieme a qualche mio ex compagno di squadra, per sostenere la Fondazione Italiana Diabete. Vai sulla rete del dono (CLICCA QUI per donare) e sostieni la nostra staffetta — aggiunge Ambro —, che si chiama “Born to run”». Come il titolo della celebre canzone di Bruce Springsteen che si è tatuato sul braccio. «Insieme ragazzi possiamo e dobbiamo trovare una cura per questa malattia”.

Da quando ha smesso di giocare, nel 2014, Ambrosini ha continuato a tenersi in forma, ma con uno sport diverso da quello che gli ha regalato grandi soddisfazioni. Da allora, infatti, ha iniziato a correre e non appena ne ha la possibilità lo fa anche in manifestazioni importanti, come accaduto ad esempio in passato con la Maratona di New York. Ora, però, avrà un motivo ancora più nobile per farlo.

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