A distanza di poco più di un anno dalla sua scomparsa, Arianna Mihajlovic, moglie di Sinisa, rivela un dettaglio inaspettato sui suoi ultimi giorni di vita.
Sinisa Mihajlovic era un combattente, in campo e fuori, come sa bene chi ha avuto modo di conoscerlo. Arrendersi non faceva parte del suo carattere, per questo una volta scoperto di avere la leucemia lo sconforto iniziale ha lasciato spazio alla voglia di guarire e tornare quello di prima.
Ed effettivamente lui sembrava esserci riuscito, nonostante le cure pesantissime a cui era costretto a sottoporsi. Per due volte ha subito il trapianto di midollo osseo, ma è stato dopo il secondo intervento che le cose sono precipitate, al punto tale che i medici hanno messo i familiari davanti alla realtà. A quel punto, però, la moglie Arianna e i suoi figli hanno fatto una scelta coraggiosa, ma di cui non si sono pentiti: lui doveva continuare ad avere dentro di sé la speranza di farcela.
Arianna Mihajlovic e il grande dolore per la scomparsa di Sinisa
Accettare di non avere più al proprio fianco la persona con cui si sono condivisi più di vent’anni insieme e cinque figli non è semplice, nonostante gli ultimi anni, quelli coincisi con la malattia e i numerosi ricoveri, siano stati pesanti. Ancora adesso Arianna Mihajlovic fatica a credere che Sinisa non sia più tra noi.
“È stato un anno difficilissimo i primi mesi era scioccata non riuscivo a fare nulla – ha raccontato a Silvia Toffanin ospite di ‘Verissimo’ -. “Ci siamo conosciuti che avevo 23 anni, poi ci siamo sposati e abbiamo avuto i figli. È stato un amore stupendo durato 27 anni sono grata ad aver vissuto la vita con lui”.
Vederlo soffrire le ha causato non poco dolore, ancora adesso non riesce a dimenticare quei momenti, soprattutto perché lei cercava di farsi vedere forte davanti a lui: “Dopo il primo trapianto lui si era ripreso. Dopo due anni e mezzo ha avuto la ricaduta e lì ho capito che lo stavo perdendo e da lì è stato tutto un crollo. I quattro anni di malattia sono stati devastanti. Devo ancora riprendermi da quello che ho visto negli ospedali. I medici hanno fatto il possibile ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. Vedere negli occhi di Sinisa il terrore è stato drammatico“.
L’allenatore serbo non ha però mai saputo di essere vicino alla fine: ““A Bergamo i medici mi hanno detto che non c’era più nulla da fare e nel ritorno a casa lui mi disse “mi spiace non vedere crescere i miei figli”. Così, insieme ai ragazzi, abbiamo deciso di non dirglielo. Lui era all’oscuro di tutto, fingere per noi è stato molto doloroso. Non avevo mai pianto in quattro anni perché sapevo che lui se vedeva crollare me…ero la sua roccia. Lo andavo sempre a trovare con il sorriso, lui controllava tutte le mie espressioni”.
Ancora adesso sono impressi nella sua mente gli ultimi giorni di vita del marito, che si è spento sereno dopo che lei gli ha detto una frase davvero importante: “Faceva fatica a respirare e ci siamo messi accanto a lui, l’ho tranquillizzato dicendo che mi sarei occupata dei nostri ragazzi, poi è morto”.
Ricominciare senza di lui non è semplice, ma i figli e la nipotina rappresentano una grande forza per Arianna: “iano piano ci stiamo riprendendo. I nostri figli sono molto attivi, sono diventati molto forti, avendo avuto un papà come Sinisa vogliono dimostrare al loro papà che sono anche loro forti e vanno avanti per la loro strada. Vogliono dimostrare che ce la possono fare. I miei figli sono la mia forza, senza di loro non ce l’avrei fatta. Ho sofferto tanto per mantenere questa calma, questa forza. Quando Violante (la nipotina, ndr) viene a casa dice sempre, vado da nonna Arianna e nonno Sinisa. È dolcissima” – ha concluso.