Bonolis prima di Juventus-Inter: “Il pericolo maggiore? L’arbitro”

Una partita come Juventus-Inter non può mai essere considerata come tutte le altre, vista la rivalità che c’è tra le tifoserie e che resiste da tempo, a maggior ragione se c’è una finale di Coppa Italia in palio. Ed è per questo che nessuna delle due è disposta a perdere, in una stagione come questa caratterizzata da troppi alti e bassi per entrambe.

I bianconeri, infatti, si ritrovano a inseguire in campionato dopo la penalizzazione di 15 punti subita per il caso plusvalenze, dopo avere subito l’eliminazione dalla Champions League nella fase agironi. I nerazzurri, invece, affronteranno il Benfica ai quarti di finale della massima competizione europea, ma non sono mai riusciti a tenere il passo del Napoli capolista in Serie A, pur essendo riusciti a batterlo. E ora è Paolo Bonolis a stuzzicare l’ambiente poco prima del fischio d’inizio.

Paolo Bonolis scalda il clima prima di Juventus-Inter

Bonolis non ha mai nascosto la sua fede interista e non appena ne ha la possibilità ne approfitta per seguire la sua squadra allo stadio. Il conduttore difficilmente sarà presente all’Allianz Stadium, ma non perderà certamente Juventus-Inter, partita fondamentale per entrambe.

“Kostic è il pericolo numero uno? No, è l’arbitro” – ha detto il padrone di casa di “Avanti un altro” in un’intervista a “La Gazzetta dello Sport”.

“Mi piacciono Rabiot, Cuadrado e Fagioli. La bellezza del calcio è che una partita può ribaltare tutto e in un attimo noi tifosi ricominciamo a nutrire speranze. La Juve è più abbordabile del Benfica, spero in un piccolo miracolo di orgoglio”.

“Leggo tante critiche all’Inter, ma a parte il Bologna, tutte le altre partite le ha dominate, ha avuto un sacco di occasioni ma la palla non è entrata.  on so se ci siano acredini nello spogliatoio, ma a dieci giornate dalla fine, in un campionato interrotto dal Mondiale, non penso che sia la cosa migliore cacciare l’allenatore. Chiaro, il tifoso non è contento, ma secondo me è più importante pensare di ricostruire partendo dai giovani, senza essere ghiotti di vittorie istantanee”.

 

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