Paola Egonu, il monologo a Sanremo: “Non sono una vittima, raccontato debolezze e paure”

Non poteva che esserci grande attesa all’idea di poter vedere Paola Egonu al Festival di Sanremo 2023, dove come da programma avrebbe dovuto affiancare Amadeus e Gianni Morandi in occasione della terza serata della kermesse canora. La pallavolista, infatti, ormai qualche mese fa aveva manifestato il suo dispiacere per le discriminazioni che lei ritiene di avere subito a causa del colore della sua pelle, nonostante lei si sia sempre sentita orgogliosa di vestire la maglia della Nazionale. Ed è per questo che lei si era detta intenzionata a lasciare l’azzurro, ma ora sembra avere cambiato idea.

Non tutti hanno però gradito questo suo modo di agire, anzi c’è chi l’ha accusata senza mezzi termini di voler fare la vittima solo per attirare l’attenzione su di sè. Ed è per questo che vederla su un palco prestigioso come quello dell’Ariston non poteva che destare curiosità, soprattutto in vista del monologo che lei avrebbe letto, come chi l’ha preceduta, Chiara Ferragni e Francesca Fagnani.

Paola Egonu: il suo monologo a Sanremo

Come era facile immaginare, il monologo di Paola è stato incentrato su di sè e sulle difficili esperienze che ha vissuto. Il suo obiettivo era quello di farsi conoscere meglio e fare percepire le sue sensazioni a chi non conosce la sua storia. Lei ha sottolineato così quanto le parole siano un peso e sia importante ricordarlo, sia da parte di chi le pronuncia sia da parte di chi è il destinatario.

Paola Egonu discorso Sanremo
Foto | Rai

“Questa sera non sono qui a dare lezioni di vita – ha spiegato seduta sui gradini del palco dell’Ariston – perché alla mia età sono più le cose che posso imparare di quelle che posso insegnare. Cerco di ricavare da ogni giorno un insegnamento e così è stato anche nelle settimane di avvicinamento al Festival. Spesso in passato sono stata definita ermetica, così nel tempo mi sono impegnata a raccontarmi di più, provando a ridurre al minimo lo spazio di interpretazione. Questo non ha evitato comunque che alcune frasi venissero strappate dal contesto, tagliate, incollate in senso casuale e fiondate sui giornali come titoli usati per far rumore. Ho imparato che ogni pensiero, una volta che si trasforma in parola e viene condivisa con qualcuno, non è più sotto il pieno controllo di chi l’ha pronunciata”.

Non poteva mancare un pensiero particolare nei confronti della sua famiglia e a quello che ha fatto per lei: “Questo mi ha ricordato che dovremmo sempre cercare di risalire all’origine. Io sono la prima di tre fratelli, e devo tutto a mamma Eunice e papà Ambrose. Sono loro che mi hanno permesso di vivere un’infanzia felice, che mi hanno sostenuta e che mi hanno insegnato che se vuoi qualcosa devi guadagnartela. Senza temere i sacrifici. Mi hanno aiutata a trovare il mio percorso, anche se questo ha significato per loro vedermi andare via di casa a 13 anni. Non sono madre, sogno di diventarlo un giorno, ma sono certa che nessun genitore sia felice che la propria figlia cresca lontana dal suo amore e dal suo sguardo. Grazie mamma, grazie papà, che per amore verso di me, avete rinunciato a me. Certo, le vostre carezze e le vostre attenzioni mi sono mancate e continuano a mancarmi. Ma sapevo, sapevamo e so che questa è la mia strada”.

L’amore per l’Italia

L’idea di lasciare la Nazionale non nasce certamente da una disattenzione nei confronti del nostro Paese, su questo vuole essere chiara. L’amore per l’Italia è forte: “Sapete, da bambina ero fissata coi “perché”. Perché sono alta? Perché mio nonno vive in Nigeria? – ha detto – ancora -. Perché mi chiedono se sono italiana? Poi sono diventata più grande e i perché sono continuati. Perché mi sento diversa? Perché vivo questa cosa come una colpa? Perché ogni volta mi sono punita dando una versione sbagliata di me stessa? Con il tempo ho capito che questa mia diversità è la mia unicità. E che nella domanda “Perché io sono io???” c’è già anche la risposta: “Perché io sono io!!!”.

Paola Egonu Amadeus Sanremo
Foto | Rai

Il discorso si è poi incentrato sulle discriminazioni che lei ritiene di avere subito più volte: “Io sono quella che quando oggi ancora mi fanno una domanda sul razzismo, rispondo così: “Prendete dei bicchieri di vari colori e metteteci dentro l’acqua. Vedrete che la maggior parte delle persone sceglierà il bicchiere trasparente, solo perché il suo contenuto è più limpido. Eppure se proverete a bere da uno dei bicchieri colorati, scoprirete che l’acqua ha sempre lo stesso gusto, fresco e vita…” perché siamo tutti uguali oltre le apparenze. E se questo non è ancora abbastanza…in Veneto noi diremmo”Moeghea” ossia “Dai, smettila!”.

Una partte del discorso ha poi riguardato la passione per lo sport, che rappresenta il suo mondo sin da quando era piccola: “Sono quella a cui lo sport ha dato tanto. Ma SONO ANCHE QUELLA che non crede che la sconfitta sia solo quando perdi una partita. Quando sono in campo e commetto troppi errori, anche se vinciamo, può succedere che io la viva come una sconfitta. Io gioco in attacco ed il mio obiettivo è quello di riuscire ad avere tra le mani la palla decisiva da schiacciare, quella che farà punto. A volte ci riesco, altre volte sbaglio e sto imparando ad accettare l’errore. Perché quella palla che scotta, quella che fa paura, è il motivo per cui di fatto io sono lì”.

“Come sono io”

“SONO QUELLA che viene anche criticata. Le critiche non sono mai mancate e non mancheranno, sono inevitabili: alcune sono costruttive, la maggior parte gratuite, altre – e non voglio fare la vittima – sono dei veri macigni. Io – a fatica – ho imparato che sta a noi dare il giusto peso. SONO QUELLA che come tutti ha dovuto affrontare dei momenti brutti ma che non ha smesso per questo di godersi quelli belli. Sono stata accusata di vittimismo, di drammatizzare e di non avere rispetto per il mio Paese. E questo per aver raccontato esperienze brutte che ho vissuto, per aver mostrato le mie debolezze e le mie paure in vista del futuro. Amo l’Italia, vesto con orgoglio quella maglia azzurra che per me è la più bella del mondo e ho un profondo senso di responsabilità nei confronti di questo Paese in cui ripongo tutte le mie speranze di domani”.

Ecco poi una citazione a un artista che lei stima particolarmente. “Vi ricordate? Era il 1983 quando Vasco Rossi rrivò penultimo proprio su questo palco. Un altro NON-PERDENTE, che ci ha insegnato che dalle sconfitte più dure possono nascere i successi più grandi. OGNUNO COL SUO VIAGGIO. OGNUNO DIVERSO”.

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